CLLD

Fin da quando fu lanciato dalla Commissione europea nel 1991 come iniziativa comunitaria, l’approccio LEADER allo sviluppo locale ha fornito alle comunità rurali dell’UE un metodo per coinvolgere i partner locali nello sviluppo futuro del proprio territorio.

L’approccio LEADER ha suscitato grande interesse entro l’UE ed oltre, non soltanto nelle zone rurali ma anche in quelle urbane e costiere.

Le prime generazioni di LEADER erano finanziate dai Fondi strutturali dell’UE come iniziative comunitarie distinte. Nel 2000-2006, LEADER ha raggiunto una “fase di maturità” e, dal 2007, viene cofinanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

Nonostante il pieno sostegno da parte delle istituzioni dell’UE e di tutti i relativi soggetti interessati, si è preso atto del fatto che LEADER non ha realizzato pienamente la propria potenziale capacità di integrare in modo esaustivo le esigenze e le soluzioni locali nelle strategie di sviluppo locale (SSL). Pertanto, al fine di consentire ai territori locali di tenere in maggiore considerazione i fabbisogni multisettoriali, è stato proposto che in futuro LEADER, nell’ambito del FEASR, offra la possibilità di attuare SSL plurifondo finanziate da altri fondi UE attivando uno sviluppo locale partecipativo trasversale (CLLD).

La strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo è “un insieme coerente di operazioni rispondenti a obiettivi e bisogni locali e che contribuisce alla realizzazione della strategia dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e che è concepito ed eseguito da un gruppo di azione locale”.  Lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) è uno strumento per coinvolgere i cittadini a livello locale nello sviluppo di risposte alle sfide sociali, ambientali ed economiche; esso è sostenuto dal FEASR, denominato sviluppo locale LEADER, può essere sostenuto dal FESR, dal FSE o dal FEAMP.

Sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD)

Le esperienze maturate dai soggetti facenti parte del GAL, per rafforzare la qualità della progettazione e dell’attuazione degli interventi. All’interno degli ambiti tematici, competerà ai GAL scegliere le azioni/misure da attivare in funzione dei risultati attesi individuati nel Piano d’Azione. Il Community-led local development (CLLD) strumento normato dai regolamenti comunitari si basa su una progettazione e gestione degli interventi per lo sviluppo da parte degli attori locali che si associano in una partnership di natura mista (pubblico-privata) e affidano un ruolo operativo (gestionale e amministrativo) al Gruppo di Azione Locale, il quale deve elaborare un Piano di Azione Locale (PAL) per tradurre gli obiettivi in azioni concrete dotandosi di una struttura tecnica in grado di effettuare tali compiti. Si richiede perciò che le iniziative che, ispirandosi allo stesso metodo, perseguano finalità di sviluppo locale di tipo partecipativo adottino tutte questa denominazione e questo strumento. I Piani di Azione dovranno concentrarsi su pochi ambiti di intervento per impostare la progettazione locale 2014-2020.  I GAL sceglieranno l’ambito tematico di intervento per i rispettivi piani di azione da una lista pre-definita. Gli ambiti di intervento scelti dai GAL dovranno essere coerenti con i fabbisogni emergenti e le opportunità individuate per i propri territori, nonché con le competenze

I Fondi coinvolti nel finanziamento del CLLD

Nel finanziamento di progetti CLLD in ciascuna regione saranno coinvolti più Fondi, sia pure in modo diverso in funzione dei territori interessati e degli ambiti tematici di intervento prescelti. L’approccio multi-fondo è da ritenersi preferibile per assicurare una maggiore apertura ed efficacia dei Piani di Azione.

Per assicurare l’utilizzo dello strumento CLLD in forma coerente con le sue potenzialità occorre che tutti i programmi allochino una dotazione minima di risorse finanziarie comunitarie e nazionali a beneficio del CLLD. Per il FEASR il regolamento sullo sviluppo rurale impone una riserva minima di allocazione finanziaria del 5% di ciascun PSR. Affinché l’approccio pluri-fondo si realizzi, una dotazione certa dovrà essere assicurata, per ciascun programma, anche dal FESR e dal FSE, che insieme dovranno allocare a questa modalità di intervento integrata Community-led risorse almeno pari in valore assoluto a quelle minime che il Programma di Sviluppo Rurale deve destinare al CLLD all’interno della regione. Il FEAMP contribuirà agli interventi Community-led almeno il 10% del suo programma nazionale.

Il ruolo dei Gruppi di Azione Locale

Il ruolo previsto per i GAL includerà almeno quei compiti minimi stabiliti dal regolamento comune (art. 30.3), che a sua volta ciascun programma dovrà assumere come dimensione minima in riferimento alle funzioni da assicurare ai GAL. Partendo da queste funzioni minime, le AdG potranno eventualmente delegare altre funzioni, ove opportuno.

Fermo restando i vincoli di popolazione massima imposti dal regolamento (150.000 abitanti aumentabili fino a un massimo di 200.000 in casi particolari e debitamente giustificati), è necessario che la dotazione finanziaria pubblica (comunitaria + nazionale) messa a disposizione di ciascun GAL e PdA sia delimitata da una soglia minima ed una massima, che i programmi regionali, salvo indicazioni differenti e motivate, sono tenuti a stabilire per ciascun Fondo capofila, nella seguente misura:

Fondo Capofila Soglia minima (€) Soglia massima (€)
FEASR 5 milioni 12 milioni
FESR/FSE 1 milione 5 milioni
FEAMP 1 milione 5 milioni

Tali soglie sono valide sia nel caso di piani monofondo sia pluri-fondo.